PieRRe
(Project Robot Rescue) è il robot da Salvataggio realizzato da tre
ragazzi di classe quarta del Liceo E. Fermi di Padova il PieRRe Team.
Giovanni Desiderati, Riccardo Magagna e Giovanni Igor Cesarotto
In
particolare è stato progettato per esplorare il territorio,
individuare un eventuale ferito e fornire all’operatore dati utili
sullo stato di salute del soggetto. Non è di certo il primo robot di
questo tipo, ma possiede delle implementazioni che permettono di
ampliare il suo range d’azione e di adoperarlo in più situazioni.
Questo
primo prototipo è basato sulle note schede programmabili Arduino
Uno e Raspberry pi 2 ed è dotato di:
-
Cingoli per i terreni più dissestati.
La
struttura è stata interamente pensata e progettata dal Team,
utilizzando software di progettazione tridimensionale. È stato poi
stampato in 3D, permettendo di mantenere i costi bassi, mentre le
parti soggette ad urti sono state costruite in alluminio per ottenere
una maggiore resistenza.
Grazie
alla progettazione di un’interfaccia ottimizzata per la
riproduzione del video, PieRRe è in grado di lavorare anche in
condizioni non ideali, aiutando, ampliando le capacità e l’efficenza
dei soccorsi. Una volta sguinzagliato per mezzo dell’autonomous
life o con il comando a distanza, perlustra la zona e tramite il
sensore infrarossi riconosce il ferito, o la persona in difficoltà,
e utilizza sia il microfono sia il pulsiossimetro per verificarne le
condizioni vitali.
PieRRe,
è comandabile in più modi. Il primo, nonché il più tradizionale,
è la possibilità di un controllo Bluethoot tramite l’apposita
app, per mezzo della quale lo si può telecomandare a distanza.
Un’altra possibile alternativa, è rappresentata dal bracciale Myo,
un bracciale che rileva gli stimoli nervosi, e ne associa un comando
poi trasmesso al robot. Inoltre la possibilità di usare un guanto
capacitivo realizzato con Arduino LilyPad che fa corrispondere alla
gestualità della mano ogni comando(ripetizione)
Progetto iniziale Febbraio 2016 |
Ideazione del prototipo al computer
Come affermano Roberto Cingolani e Giorgio Metta nel loro „Umani e umanoidi“ ed. Il Mulino cap.12°
„ I robot utilizzati nel caso di catastrofi naturali sono stati progettati e costruiti per operare essenzialmente in spazi aperti. Devono quindi coniugare capacità di ricognizione e capacità d'intervento, con apparati di locomozione differenti e con sistemi di rilevamento e trasmissione delle immagini (…). "
Potreste spiegarmi come intendete realizzare il guanto capacitivo?
RispondiEliminaL'idea è quella di interfacciare il bracciale MYO e la scheda presente dentro PieRRe per poterlo comandare a distanza sfruttando i muscoli del braccio. Inoltre si è anche pensato di costruire un guanto capacitivo, sempre con Arduino per controllare il robot in maniera più semplice e funzionale. Speriamo di presentare il tutto a Maker Faire 2016. Riccardo Magagna
RispondiEliminaRagazzi quest'anno sarà perticolarmente difficile essere selezionati...
RispondiElimina"Maker Faire Rome, alla Call per le scuole hanno risposto in 300: il triplo rispetto al 2015
Alla Call for Schools and Universities hanno risposto 274 scuole con 300 progetti, e 60 università italiane e straniere"